18 giugno 2006,13:01
Ti prendo e ti porto via
Ho sempre evitato Niccolò Ammaniti per una sorta di antipatia dovuta al fatto che fosse diventato una specie di moda...non eri di sicuro al passo con i tempi se non lo leggevi, tutti lo facevano!
Mi è stato regalato per il compleanno, mi è piombato addosso senza preavviso e senza che lo cercassi..."almeno non è il suo libro più famoso!" è la prima cosa che ho pensato!! Così ho iniziato a leggerlo con mille dubbi, pensando che avrei fatto fatica a finirlo!
E all'inizio i dubbi sono cresciuti... il libro parte piano piano, ambientato in un paesino di provincia (Ischiano Scalo), in cui si svolgono le storie dei protagonisti, il piccolo dodicenne Pietro Moroni e il gran latin lover Graziano Biglia. Il primo con grandi problemi familiari alle spalle, timido, introverso, non dice mai di no, con due grandi passioni: lo studio delle scienze e Gloria, ricca amica del cuore e anche qualcosa di più.
Il secondo che torna in paese dopo anni passati in riviera romagnola e Giamaica a spassarsela, cercare soldi facili (senza riuscirci) con il miraggio di sposarsi una ragazza da copertina ( per far schiattare gli amici d'invidia) e aprire una jeanseria!
Storie di provincia, in cui l'ottusità delle persone è palpabile, in cui l'apparire è la cosa importante, in cui l'essere il più forte è la cosa principale, anche a costo di calpestare gli amici, i sentimenti!
I comprimari suscitano subito una grande antipatia, sia per il loro atteggiamento meschino sia per le prepodenze che il nostro dodicenne deve subire...
Ma mentre leggevo mi sono accorto di essermi affezionato a questo bambino un pò fesso e a questa specie di Sandy Marton, di fare il tifo per loro, sperando che alla fine potessero cambiare e che i loro sogni si realizzassero!! Sperando che Pietro alla fine potesse dimostrare di essere uno che vale, che potesse guadagnare il rispetto di chi lo perseguita, potesse essere aiutato da una famiglia latitante con un podre violento, o che Graziano finalmente riuscisse ad amare Flora ( insegnante di Pietro) senza riserve, che capisse che in fondo è una persona migliore di come lui stesso pensi, che alla fine può essere felice e dare felicità... Ma il lieto fine non va più di moda, si sa...
La storia è coinvolgente e ben strutturata con continui flashback in cui si delineano caratteri e situazioni, inoltre una cosa che mi ha colpito è il modo in cui l'autore riesca prima farti ridere con delle scene che di comico, a pensarci bene, hanno poco e poi ti trascini in un'atmosfera sempre più cupa...fino alla fine del libro, in cui ad essere sincero, sono rimasto con l'amaro in bocca!
Un finale in cui si mescolano speranza, rassegnazione, morte, voglia di ricominciare, in cui la redenzione, la via di fuga, di cambiare si mostra in un modo diverso e (per me) un pò triste!
A ripensarci ora i miei dubbi iniziali erano mal riposti, il libro mi è davvero piaciuto, dandomi l'impressione che sia uno di quelli che non si scordano molto in fretta!!!
 
posted by pierrot_the_clown
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